Maratona di Atene 2019
Martina Statello, dal compito scritto in classe sulla Maratona di Atene alla prova pratica in 03:59:21.
Martina ci racconterà il suo sogno avverato e le emozioni vissute alla Maratona di Atene.
Maratona di Atene racconto di un runner:
Dedica di questa medaglia:
-alla mia cara amica Giusy con cui avevo preparato questa impresa e per un imprevisto ha dovuto rinunciare;
-al mio coach Salvo Pisana che mi supporta/sopporta e coi suoi allenamenti preziosi riesce a tirare fuori il meglio di me.
La mia maratona di Atene:
Premetto che come Runner ho due grandi difetti: odio le salite e amo mangiare.
Sin da piccola sono sempre stata appassionata di questo sport e ho sempre avuto la fortuna di incontrare persone che mi hanno aiutata ad approfondirlo.
Mi ricordo di aver “studiato” l’argomento con il Prof. di educazione fisica Enzo Carbone, il quale mi ha anche fatto parlare nell’ultimo compito scritto di Stefano Baldini e della sua medaglia olimpica conquistata proprio ad Atene.
Un sogno poterla correre anch’io, coltivato proprio sin da piccola.
Quest’anno in occasione del mio personal best, nella mezza di Piacenza, mi è stata proprio regalato da mio marito Salvo (anche lui runner).
FELICISSIMA… inizio a parlarne col mio Coach Salvo Pisana e sapendo delle difficoltà del percorso, mi prepara un programma abbastanza impegnativo.
Salite, lunghi, massaggi e anche un po’di sana alimentazione proprio per arrivare a quel 10 novembre in splendida forma.
Una settimana di ansia, pronti-partenza-via… Si parte per Atene.
Un gruppo di amici provenienti da tutta la Sicilia: magliette blu (offerte dal nostro amico Giuseppe del negozio SportOn), bandierine, urletti, risate, cantate,…
Il volo è tutto nostro, non vogliamo per niente passare inosservati, riusciamo con la nostra felicità ad attirare l’attenzione di tutti i passanti.
Ma le ore per la maratona si avvicinano ed io inizio ad ammutolirmi.
Prendiamo subito i pettorali, un po’di corsetta per sciogliere le gambe, doccia, cena e subito a letto.
Giorno 10 Novembre:
Sveglia alle 4:30 (3:30 ora italiana), colazione alle ore 5 e via verso i bus che partivano dalle ore 6.
Cercavo di sdrammatizzare e intrattenere gli amici con la mia amica Valentina, ma quel momento è durato pochissimo perché nel frattempo stavamo percorrendo la stessa strada della maratona (in senso contrario).
Eravamo tutti in silenzio e sconvolti, ci guardavamo tra di noi, non volevamo crederci, ma quelle salite erano pazzesche e soprattutto lunghissime, interminabili.
Scendiamo un po’distrutti moralmente e ci avviamo nei nostri blocchi di partenza.
Un po’di caldo, ma per fortuna arriva subito un po’ di pioggia a rinfrescarci.
La Gara: 3, 2, 1… Si parte.
Eravamo un bel gruppo, poi io e i miei amici Valentina e Giuseppe ci stacchiamo un po’cercando di mantenere l’andatura che avevamo stabilito.
Avevo sensazioni bruttissime, non respiravo e pensavo a quei 42 km 195 metri che sembravano impossibili, vedevo ai margini della strada il viso di quei bambini che ci sostenevano e ci incitavano:”bravo, bravo, bravo”.
La parte pianeggiante sembrava non finisse mai, 10 km lunghissimi, tra caldo, pioggia e anche un po’ di venticello.
Iniziamo coi sali e scendi dall’11esimo al 18esimo un po’ pesantucci, ma inizio a sentirmi veramente bene e di aver trovato il passo giusto.
Le vere difficoltà sapevo che sarebbero iniziate dopo, infatti dal 18esimo al 32esimo è stato un continuo salire.
Super concentrata, guardavo in basso e cercavo di non saltare nessun ristoro.
Si è passati pure sulla collina dove c’è stato il maxi incendio.
Che sensazione strana, vedevo solo tanta gente e poi solo salite.
Ogni tanto mandavo dei bacini ai piccoletti che ci guardavano come fossimo dei veri e propri eroi, ma poi la concentrazione mi riportava ad isolarmi nel mio mondo.
Ad un tratto vedo pure i miei amici SuperElena, Dino e Alberto, che sorridendo mi rassicuravano che le salite stavano per finire.
Finalmente la fine del 32esimo, è stata una sorta di liberazione, leggere discese ci hanno accompagnato per un po’, dopo altre due salite, un po’ di parte pianeggiante e via verso l’arrivo.
Nel frattempo per strada vedevo tanta gente fermarsi (crampi), mentre io mi ritrovavo a spingere.
L’arrivo:
41esimo, ultimo km, giro la curva e davanti a me una bella discesa.
La gente che continuava ad urlare e applaudire, tante emozioni racchiuse in quei metri di strada.
Ce l’avevo fatta, come Filippide anch’io ero arrivata al raggiungimento della meta, ultima curva e davanti a me l’ingresso dello Stadio Panathinaiko, BRIVIDI!!!
Le gambe andavano da sole, ridevo e pensavo al mio allenatore Pisana, a mio marito, alla mia amica Giusy, alle mie spice (e non solo), al massaggiatore Liuzzo, all’osteopata De Caro, a tutti, ai sacrifici fatti, ce l’ho fatta, ce l’ho fatta…
Sulla pista nera sventolavo la mia bandierina italiana correndo gli ultimi 195 metri in scioltezza come se i 42 km precedenti non fossero neppure esistiti, esultavo, come una bambina per aver concluso “LA MARATONA”, l’autentica.
Il mio primo pensiero è stato quello di cercare mio marito per vedere come stava e poi subito, prendere il cell. e condividere questo momento di Gioia con la mia famiglia, con mamma e papà che rimarranno sempre i migliori TIFOSI.
Racconto della runner
Martina Statello
Conclusione
Rinnovo i complimenti a Martina per la sua tenacia ed il traguardo ottenuto.
Ricordo che preparare una maratona per noi runner amatori richiede molti sacrifici al solo scopo di arrivare al traguardo ed avere la medaglia da finisher.
Auguro a Martina di correre tantissime altre maratone e di emozionarsi sempre come la prima, la ringrazio inoltre per aver condiviso il suo racconto sul blog di Justrunning.it.
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