Claudio da walker a runner
Vi propongo il racconto del nostro amico runner Claudio e della sua esperienza al Terre Iblee tour 2018.
La competizione ha sempre il suo gusto particolare, mettersi in gioco con gli altri, vivere lo sport agonistico, tentare di superarsi, imporsi degli obiettivi del tutto personali, vivere il momento in solitudine e concentrazione, tutto questo è sport e passione. Questo Terre iblee Tour 2018 l’ho vissuto all’impronta di questi fattori, sono uscito dagli schemi del walk e mi sono addentrato nell’agonismo del runner, con le dovute limitazioni che il mio fisico mi impone.
Prima tappa ” LA FORMA DELL’ ACQUA “
La prima tappa si corre all’interno della splendida baia di Sampieri. Il titolo dell’evento è LA FORMA DELL’ ACQUA che oltre ad essere un libro di Andrea Camilleri e una fiction del Commissario Montalbano è anche un titolo di un libro di Guillermo Del Toro e Daniel Kraus al quale a sua volta è stato ispirato un film vincitore del Leone D’Oro e di ben quattro Oscar. Ma al di là della finzione e del romanzo, a Sampieri c’era la passione per la corsa e ben 75 atleti sotto l’arco di partenza. Questa tappa che si diversifica per i vari tappeti di corsa, dallo sterrato, alla sabbia della baia, al sottobosco della pineta demaniale, gli elementi per una campestre ci sono tutti.
Il Tracciato
La lunghezza del tracciato e di ben 7,2km in piano, non esistono salite o discese ma il tracciato si snoda in modo del tutto pianeggiante. Si corre sotto un caldo afoso dovuto ad un alta percentuale di umidità, il fisico dopo ben tre chilometri chiama il suo elemento naturale, ossia la forma dell’acqua, che appare sotto forma di bicchiere al quarto chilometro, ai margini della Fornace Penna conosciuta nella finzione poliziesca di Montalbano come la Mannara.
Il tracciato scorre sotto i piedi e in alcuni tratti ci si concentra tra il rumore delle suole delle scarpe che battono il terreno e il respiro affannoso dovuto all’impegno fisico. Dopo aver effettuato il periplo di Punta Pisciotto, eccoci di ritorno in cui si intravede la sagoma dell’arco di arrivo, è fatta, sono arrivato, non certamente un tempo olimpionico o da grande atleta, ma soddisfatto di essere arrivato.
Seconda tappa ” LA DANZA DEL GABBIANO “
Per la seconda tappa ci spostiamo sulle alture della collina di Mangiagesso, area demaniale di grande impatto sopra l’abitato di Scicli confinante con il Comune di Modica. Andare a Mangiagesso è un ritorno al passato a voler attenzionare una delle più belle zone collinari di Scicli dove l’impegno dell’uomo negli anni è stato costante ed evidente sotto gli occhi di tutti, poiché si è creata un’area meravigliosa fuori dai canoni della macchia mediterranea.
Oggi la tappa prende il titolo de “LA DANZA DEL GABBIANO”, il percorso si snoda per 5,7km, un mini trail per le caratteristiche del tracciato, in cui fatto di single track, di sottobosco e di fondi pietrosi e cementati, si presenta con strappi in salita e discese su fondi pietrosi che destano un po’ di timore nell’attraversamento. Dopo la partenza degli attenti walker, eccoci sotto l’arco di partenza, ognuno col suo passo, sapendo che sarà una gara da amministrare con le dovute cautele.
La gara
Si scende verso valle dove si vede in lontananza l’abitato di Scicli, poi si risale verso il punto più alto della collina per poi ridiscendere ai fianchi della vallata, risalire l’altro versante della collina, percorrere il single track tra aghi di pino e terreni scoscesi, per poi risalire al punto di partenza. Ecco l’arrivo, stanco ma soddisfatto per aver terminato la seconda tappa e il difficile mini trail che regala sempre uniche sensazioni. Correre tra gli alberi e toccarli è come ritornare ai primordi dell’umanità su elementi del tutto naturali. E’ anche bello vedere gli amici che ti incitano e alla fine arriva quella pace interiore che ti spinge a dire…. Fatta Fu.
La sera della seconda tappa rientro a casa è non ho più voglia di camminare; la stanchezza delle due gare si sente nei tendini e nei muscoli, mi sento fiacco e flaccido. Domani mi aspetta la terza tappa, ed incomincio a pensare di saltare la tappa e rendermi utile per l’organizzazione, decido di andare a riposare, la notte si dice che porti sempre consiglio.
Terza tappa “IL CAMPO DEL VASAIO”
Ed eccoci pronti per affrontare l’ultima tappa, “IL CAMPO DEL VASAIO”, altri 7,2km, mi sento in grado di affrontare l’ultima tappa, ho dei risentimenti ai tendini del piede sinistro, ma credo di poter effettuare i 5 giri attorno al centro storico di Scicli. Piazza Municipio brulica di colori e brucia di calore che il sole riflette sulle basole della Via Francesco Mormino Penna sito sciclitano dell’UNESCO.
Inciampo bandistico
Ci accoglie il suono della Banda abilmente condotta dal Maestro Magro, vecchio compagno di serate vissute in totale caspaniata ( gergo sciclitano che sta ad indicare lo scherzo e l’allegoria del narrare), ove non può mancare l’inno all’ Uomo Vivo o al Gioia, ed è una carica che ti riempie i polmoni, la testa, e ti dice di continuare di andare avanti, per questi ultimi chilometri che devono essere effettuati.
Mi abbiglio in tenuta podistica, col mio solito tre pezzi (Scarpe, pantaloncini e maglietta), contornato dalla fascia in testa per tenere stretti i pensieri e il sudore. Ore 9,30 siamo tutti sotto l’arco di partenza, 120 atleti che scalpitano e aspettano il botto.
La gara
Si parte verso l’attraversamento di Via Penna per imboccare la Via Fiumillo, girare intorno all’opera pia Carpintieri e passare per la via Aleardi, risalire il quartier fontana e ritrovarsi giù dal versante opposto di via Aleardi, poi ci si addentra per le viuzze ai piedi del Carmine ed eccoci allo spezza gambe del Carmine, 20 gradini che ti smollano, si gira da via Nazionale e si ritorna al punto di partenza da effettuare ben 5 volte.
Il primo giro è andato con un buon tempo, il secondo inizia con l’afa che si fa sentire sempre di più, al terzo giro la mia testa cede all’arrivo, mi fermo, non sono più in grado di continuare, il tendine peggiora e l’afa ed il calore fanno da padrona.
Arrivato sotto l’arco iniziano gli incitamenti degli amici camminatori che mi spronano, non posso abbandonare adesso, sarebbe una delusione per tutti ed un mio fallimento; via dritto per il quarto giro, faccio due passi per recuperare, riprendo fiato e lucidità, termino il quarto giro; ormai è fatta, devo avere solo la forza di effettuare l’ultimo giro. Ai gradini del Carmine, mi lancio un vai di spinta, sono solo a trecento metri della fine, gli amici in bici lanciano un urlo, ed ecco il traguardo, la fine, la conclusione di tutto.
Considerazioni personali
Così concludo questa esperienza podistica, con un 44° posto sulla classifica generale uomini e un 5° posto di categoria M50. Bella esperienza, belle sensazioni e una grande soddisfazione: le mie valvole, tubi e centraline elettriche hanno tenuto l’impatto delle tappe e dei chilometri.
Un ringraziamento particolare va alla ASD TRE COLLI di cui mi onoro di essere iscritto da sempre, nelle persone di Angelo Portelli, Alessandro Parisi Assenza e Carmelo Galesi, agli amici walker che mi hanno sostenuto, che non cito perché potrei dimenticarne qualcuno ed infine a Lorenzo Minauda col suo tre piedi che mi ha accompagnato durante il riscaldamento delle tappe, tra risate e caspaniate.
Claudio Trovato
Un atleta ritrovato
Video delle tre tappe: